
Il 25 settembre l’Italia è andata a votare per una delle elezioni più importanti della sua storia, in quanto i prossimi 5 anni saranno un momento vitale per ridurre le emissioni ed evitare la crisi climatica ed ecologica.
Ma votare un partito con una solida agenda climatica non è stato sufficiente: senza pressioni esterne e la consapevolezza che il clima sia al centro dei pensieri degli elettori, la politica è spesso immobile.
Per far fronte a ciò la protesta non violenta e l’attivismo sono strumenti essenziali, che permettono di far sentire la nostra voce.
Secondo ricerche condotte dal Carr Centre dell’Università di Harvard, tutti i movimenti civili non violenti che hanno avuto successo dal 1900 in poi ci sono riusciti raggiungendo un sostegno attivo del 3,5% della popolazione.
Se anche solo l’1% degli italiani prendesse 3 amici e scendesse in piazza sarebbe già sufficiente per fare la differenza.