
Il 6 luglio 2022, il parlamento europeo, ignorando le forti e numerose voci di protesta di scienziati e attivisti, ha votato e confermato senza obiezioni la tassonomia verde europea, includendo fra le fonti energetiche da considerare green anche gas e nucleare.
Se il Consiglio Europeo non si opporrà questa verrà effettivamente ratificata ed entrerà in vigore dal 1 gennaio 2023.
Se ciò avvenisse le aziende europee potrebbero usare i fondi UE per la transizione ecologica per finanziare nuovi progetti di estrazione di gas o nuove centrali a gas o nucleari, con gravi conseguenze per il pianeta.
A provare a salvare la situazione arrivano Lussemburgo e Austria, che hanno annunciato misure legali, denunciando questa decisione come contraria alle normative europee stesse, in quanto tali misure andrebbero contro l’obbiettivo europeo della mitigazione climatica.
È essenziale che i gas fossili vengano esclusi da tale tassonomia se si vuole ridurre a zero la CO2 emessa per la produzione di energia entro il 2035, e sperare rimanere entro uno scenario di +1,5 °C.
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