
Finora la temperatura media globale è cresciuta di 1°C dal 1800, e l’accordo di Parigi punta a limitarla a +2°C.
Ma come sarà un mondo del genere?
Innanzitutto, va detto che un aumento della temperatura media globale non porta ad un aumento uniforme, ma con enormi differenze geografiche.
(ha effetti molto vari che oltre ad impattare sulla lettura del termometro influenzano gravemente il clima di tutto il pianeta).
Le ondate di calore (heatwaves) saranno molto più comuni in tutto il mondo e affliggeranno circa il 40% della popolazione globale: le zone più colpite saranno il nord africa, il vicino oriente, e le grandi città .
Città e regioni calde e umide (es. Kolkata in India) diventeranno mortali, perché supereranno il c.d. wet bulb index rendendo impossibile al corpo umano di raffreddarsi tramite sudorazione.
La siccità si aggraverà terribilmente dove già presente, e raggiungerà aree geografiche in cui non è mai arrivata, come città che sfruttano fiumi di tipo nivale o glaciale.
Innalzamento del livello dei mari di almeno 50 cm entro il 2100, sapendo che tali innalzamenti sono esacerbati in alcune aree del mondo, come per esempio Tuvalu, Stato insulare che sta venendo letteralmente sommerso dalle acque dell’oceano Pacifico.
Rischio del termine della corrente del golfo, e in generale aumento dei fenomeni climatici estremi come alluvioni, cicloni, grandinate.
Ultimo e in questo caso meno importante: la stagione sciistica si ridurrà di un giorno all’anno.
La prossima settimana scopriremo lo scenario più grave, l’ipotetico (e non auspicabile) aumento a 3°C.