
Nei giorni della Cop26 è stata pubblicata, dal rinomato Washington Post, un’inchiesta che ha esposto al pubblico il divario sistematico presente fra le dichiarazioni di emissioni di gas serra e le emissioni effettive prodotte dai 196 Paesi.
I governi nazionali hanno sistematicamente dichiarato soltanto una frazione della CO2 prodotta, giustificando il divario affermando che le emissioni in eccedenza erano assorbite da alberi e terreno.
Ciò ha gettato una cattiva luce su tutto l’evento, in quanto ha esposto come ogni possibile traguardo eventualmente raggiunto dal summit potrà essere messo in discussione dalla scarsa osservanza e trasparenza degli enti governativi in materia di ambiente.